Impianti Termici

Consigli per il riscaldamento a biomassa

Sta per sopraggiungere la stagione in cui si pensa al riscaldamento delle abitazioni, alcuni vogliono valutare se optare per la legna o il pellet come combustibile, utilizzando stufe, caminetti o caldaie.

Semmai i consumatori di oggi ritornano a chiedere consigli all’installatore di fiducia prima di rivolgersi ai venditori di tutto e di più, che in genere quello che espongono è sempre adatto alla richiesta del potenziale cliente, evidenziando prima il prezzo e poi eventualmente le caratteristiche, CNA SI prova a dare alcuni consigli per i consumatori più attenti e in particolare sul dimensionamento e l’installazione.

Innanzi tutto è necessario distinguere i dispositivi di riscaldamento a biomassa in:

  • Per il riscaldamento diretto, ovvero, stufe, caminetti, etc.;
  • Per il riscaldamento indiretto, ovvero, per tramite un fluido termoconvettore.

Per il riscaldamento “diretto” si utilizza una stufa o caminetto posizionati all’interno dei locali da climatizzare, in modo da riscaldare direttamente l’aria (dispositivi a convezione) o l’ambiente circostante (dispositivi a irraggiamento, ad esempio le stufe tirolesi o ad accumulo inerziale).

Per il riscaldamento “indiretto” si utilizzano dei dispositivi dotati di caldaia che preriscaldano un fluido (generalmente acqua) da inviare nell’impianto di distribuzione-emissione dell’edificio (radiatori, ventilconvettori, pavimento radiante, ecc.). Solitamente tali dispositivi, soprattutto se di potenze rilevanti, trovano posizione al di fuori dei locali da riscaldare.

In commercio sono disponibili diverse apparecchiature rispondenti a quanto sopra e anche dei sistemi “ibridi” che riscaldano gli ambienti sia in modo “diretto” che “indiretto”.

Legna e pelletIn genere, comunque, non esiste il dispositivo perfetto per tutte le esigenze: ciascuno di essi ha pregi e difetti, pertanto è bene, anzi fondamentale, individuare bene quali sono effettivamente le proprie esigenze e quali possono essere installati nell’immobile interessato.

Sono disponibili in commercio apparecchi a legna e a pellet per il riscaldamento diretto con potenze che vanno dai 5 ai 15 kW e i modelli “idro”, cioè che riscaldano l’acqua per l’uso sanitario, vanno da 12 a oltre i 25 kW.

Per fare un esempio, con una potenza di 6÷7 kW, a livello indicativo, è possibile riscaldare una abitazione con isolamento medio con superficie di circa 70 mq ubicata nell’area del centro e del meridione d’Italia.

Le caldaie vengono in genere utilizzate in edifici che richiedono una potenza termica fino a 50-60 kW, anche se attualmente sono disponibili caldaie e termo camini per il riscaldamento indiretto anche con potenze a partire da circa 10 kW.

I migliori prodotti sul mercato hanno rendimenti tra l’85 e il 90% e producono poche emissioni e polveri e sono certificati UNI EN, se non presentano queste caratteristiche, non possono essere considerati prodotti di qualità e presentano consumi più elevati.

IL DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO
Il dimensionamento deve essere realizzato da un professionista o dal responsabile tecnico della ditta installatrice, per essere più corretto e bene che sia effettuato mediante calcoli che devono tenere conto dei diversi fattori che possono essere, a mero titolo di esempio: spessori e materiali componenti dell’involucro edilizio, tipologia e materiali costituenti i serramenti, fattore di forma e forma dell’unità abitativa, superfici esposte verso l’esterno o verso locali non riscaldati, volumetria dell’unità abitativa, esposizione delle murature, ombreggiatura, etc., in questi casi, per la complessità del calcolo, al fine di ottenere un dimensionamento corretto, è consigliabile affidare il dimensionamento ad un professionista. Il dimensionamento di un impianto di riscaldamento, anche con stufe o camini basati su calcoli estremamente semplificati o approssimati, che non tengono conto di tutte le variabili elencate sopra, portano solitamente alla scelta di un generatore sovradimensionato, non adeguato per il comfort e con rapporto costo-beneficio meno ottimale.

È essenziale che il dimensionamento sia adeguato all’utenza per permettere al generatore di calore, che sia, stufa, caminetto, o caldaia, il corretto funzionamento per limitare le emissioni di inquinanti, l’intasamento della canna fumaria, i consumi di biomassa, e la produzione di cenere.

In ogni caso è bene tener presente che:

  • Un generatore con caldaia può riscaldare tutto l’edificio servito dall’impianto, ma lo stesso servizio non può essere preteso da una stufa o caminetto;
  • Una stufa-caminetto a convezione può essere canalizzata per trasportare, con opportune cautele, il calore negli ambienti limitrofi o almeno non troppo lontani;
  • Una stufa a irraggiamento non può mai riscaldare altri ambienti diversi da quello in cui e installata;
  • Una stufa-caminetto sovradimensionato non è idonea per riscaldare tutto l’appartamento o edificio, fornirà certamente maggior potenza nell’ambiente, ma ne provocherà il surriscaldamento per avere temperature accettabili anche nelle stanze adiacenti.

Sono molti i parametri di cui tener conto e non tutti sono legati al generatore di calore: dipende molto anche dall’involucro edilizio e dalle abitudini delle persone residenti.

In sintesi, prima dell’acquisto è bene discutere con un professionista o con il responsabile tecnico di un’impresa installatrice regolarmente abilitata di provata esperienza, per evitare un errato acquisto nella convinzione che il venditore sia abbastanza edotto. Per un buon risultato è necessario comprendere che “caldo” non è sempre sinonimo di “comfort”.

L’INSTALLAZIONE
Prima di tutto tener presente che anche per le stufe e i per caminetti, l’installazione deve essere affidata ad una ditta specializzata e abilitata, che deve rilasciare a fine lavori apposita Dichiarazione di Conformità alle norme vigenti in materia con allegato libretto di uso e manutenzione dell’impianto: apparecchio con relativo sistema evacuazione fumi.

Vai alle pagine degli aderenti CNA SIPer le caldaie è necessario un progetto redatto da un tecnico abilitato o dal responsabile tecnico della ditta installatrice, purché in possesso dei necessari requisiti richiesti dalla legge italiana.

I sistemi di evacuazione fumi (canna fumaria) sono spesso sottovalutati e ritenuti accessori poco importanti, in realtà è necessario considerali come estensione delle stufe, dei caminetti e delle caldaie: sono parte integrante dell’impianto e ne costituiscono un componente fondamentale e necessario per il buon funzionamento dell’impianto stesso. È sconsigliabile affidare la realizzazione della canna fumaria a Soggetti tutto fare in edilizia, senza una opportuna e professionale direzione dei lavori e senza riferimento ad un corretto dimensionamento.

L’effettivo collaudo e la verifica di funzionalità ed efficienza è esclusivamente a cura della ditta installatrice che se ne assume le responsabilità nei confronti del committente, forse e bene prima di procedere per l’acquisto o per la scelta della soluzione per le proprie esigenze, consultare il proprio Installatore di fiducia.

A cura della Segreteria di CNA SI