Il Superbonus al 110% sembrava un sogno velleitario, è invece una realtà possibile, a patto però che venga sfruttato per interventi di qualità e che non comportino altre complicazioni, come nel caso della sostituzione del generatore di calore e la contestuale sostituzione degli infissi esterni.
E’ bene considerare che il Superbonus 110% è il mezzo, il fine, tra gli altri, è la riqualificazione energetica e il comfort abitativo delle abitazioni.
È da tener presente che i soldi messi nelle tasche delle famiglie italiane devono servire soprattutto a limitare l’uso delle fonti energetiche fossili, i cambiamenti climatici e l’impoverimento ambientale.
Oltre che a mettere in sicurezza statica gli edifici e a rendere le città accoglienti, devono servire a migliorare il comfort abitativo, a togliere per sempre muffa e condensa dai muri, rendere vivibili le case, sia d’inverno che d’estate e devono servire per rendere l’Italia protagonista per l’obbiettivo europeo che è il Green New Deal, ovvero, entro il 2050 società ad energia zero.
Gli interventi, Trainanti e Trainati, previsti dall’art. 119 del DL Rilancio vanno proposti con opportuna valutazione per non spendere inutilmente soldi pubblici e soprattutto per non peggiorare le condizioni in cui versa l’edificio oggetto di intervento.
Il ruolo dell’Impresa impiantistica responsabile e professionale è quello di indirizzare i propri clienti interessati verso la migliore scelta progettuale al fine di realizzare interventi che portino risultati nel senso descritto sopra.
Per fare un esempio, la sostituzione del generatore di calore (intervento trainante) e la contestuale sostituzione degli infissi esterni (intervento trainato), in alcuni casi può essere sufficiente per soddisfare il requisito richiesto dal comma 1 dell’art. 119, ovvero, il doppio salto di classe energetica, ma può rivelarsi un intervento con “gravi effetti collaterali”.
Diverse proposte, spesso valutate per convenienze commerciali, ne evidenziano gli evidenti vantaggi, la sostituzione della caldaia e degli infissi sono sicuramente interventi meno invasivi e concorrono sicuramente per la maggiore efficienza energetica, ma l’Installatore professionale non può “avallare” tale intervento senza fare alcune considerazioni circa l’effetto collaterale qualora non si presti anche attenzione al necessario ricambio dell’aria.
Sigillare la casa senza assicurare un sufficiente ricambio d’aria, comporta, come risaputo, la formazione di muffa a causa della condensa che si forma in particolare negli ambienti rivolti verso nord, ed è un “effetto collaterale” assai indesiderato.
Solo per ricordarlo al potenziale committente e agli eventuali “praticoni”, che siano essi, Commercianti, Installatori o Professionisti “distratti”, qui di seguito gli opportuni approfondimenti per come si forma la muffa e la condensa.
Una famiglia composta di 4 persone che abita normalmente una casa, produce giornalmente circa venti litri di acqua (respirazione, sudorazione, lavaggi, doccia, cottura alimenti, asciugatura…) che vengono “catturati” dall’aria interna della casa sotto forma di vapore acqueo. La sola aria interna della casa è in grado di assorbire una quantità limitata di vapore acqueo che varia in funzione della temperatura degli ambienti. Al diminuire della temperatura diminuisce la quantità di vapore acqueo che l’aria può contenere.
Si definisce Umidità di Saturazione (USat) la quantità massima di umidità che può essere contenuta nell’unità di volume di aria ad una determinata temperatura e si definisce Umidità Relativa (Ur) il rapporto fra la quantità di umidità presente nell’aria e la massima quantità che può essere contenuta USat espressa in percentuale.
Quando la massa d’aria di un ambiente viene a contatto con una superficie più fredda, la sua temperatura diminuisce e, di conseguenza, aumenta il valore di Ur. La temperatura alla quale Ur raggiunge il valore massimo USat (Ur=100%) si definisce Punto di Rugiada. In corrispondenza di questa temperatura il vapore d’acqua che l’aria dell’ambiente non può contenere condensa e diventa acqua.
L’umidità relativa Ur superiore all’80% che rimane tale per circa una settimana predispone la superficie interessata alla formazione della muffa.
La muffa e la condensa determinano un grave disagio abitativo sia in termini di salubrità ambientale che in termini di comfort abitativo: EFFETTO COLLATERALE INDESIDERATO.
Per meglio considerare l’eventuale effetto con temperatura interna di comfort a 20 °C si può far riferimento a quanto qui di seguito:
- Con Ti= 20 °C e Ur=50% la condensa si forma a 9.2 °C mentre la muffa a 12.6 °C.
- Con Ti= 20 °C e Ur=60% la condensa si forma a 12 °C mentre la muffa a 15.5 °C.
- Con Ti= 20 °C e Ur=65% la condensa si forma a 13.2 °C mentre la muffa a 16.7 °C.
- Con Ti= 20 °C e Ur=70% la condensa si forma a 14.4 °C mentre la muffa a 17.8 °C.
Dai valori di cui sopra si evince che l’aumento dell’umidità relativa dell’aria interna determina un aumento della temperatura alla quale si formano condensa e muffa. Ciò significa che per evitare la formazione di condensa e muffa, là dove le pareti esterne dell’edificio non sono ben isolate sarà necessario, per evitare muffa e condensa, mantenere il valore dell’umidità relativa a circa 50%.
Se rende necessario quindi, per mantenere l’umidità relativa a valori ottimali, smaltire giornalmente il vapore acqueo presente nell’aria prodotto in eccesso dagli abitanti della casa, del quale circa il 2% verrà smaltito attraverso le pareti e il restante 98% dovrà essere smaltito attraverso l’apertura delle finestre per non oltre circa 5 minuti per evitare il raffreddamento dell’ambiente, con periodicità di circa ogni 2 ore quando nella casa siano presenti le persone.
È evidente che se a casa sono costantemente presenti delle persone che possono assicurare quanto necessario in termini di ricambio dell’aria il problema è risolto, viceversa, se lo stile di vita o la necessità di uscire di casa la mattina e rientrare alla sera non permette di effettuare i necessari ricambi d’aria, “l’effetto indesiderato” causato dalla sostituzione degli infissi si manifesta dopo la prima settimana invernale.
Seppur in maniera incontrollata, gli spifferi delle finestre e dei cassettoni, nelle case esistenti più “datate” garantiscono buona parte del ricambio dell’aria, ma ovviamente sono causa di un enorme dispendio energetico oltre che al minor comfort abitativo.
In particolare il dispendio energetico è da eliminare e la sostituzione delle finestre aiuta in maniera significativa e inoltre migliora il comfort acustico, ma proprio la migliore ermeticità non garantisce più il ricambio d’aria che c’era prima che aiutava a diminuire l’umidità relativa interna.
Per il Cliente, scoprire che l’intervento effettuato non solo non ha migliorato il comfort abitativo, ma lo ha addirittura peggiorato in termini di salubrità, in quanto muffa e condensa si manifestano là dove non c’erano mai stati, sarà il grave “effetto collaterale” da risolvere.
La soluzione all’EFFETTO INDESIDERATO si chiama VMC, ovvero, impianto per la Ventilazione Meccanica Controllata, meglio con scambiatore per il recupero del calore ad alta efficienza.
La Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) è un impianto “rivoluzionario” a bassi consumi energetici che ricambia l’aria interna 24 ore al giorno estraendola dai locali “sporchi” come cucina, bagni, ripostigli, etc. e immettendola, filtrata e preriscaldata, nei locali “nobili” quali soggiorno, studio, camere da letto, etc.
Il ricambio continuo dell’aria interna mantiene bassa l’umidità relativa e migliora sensibilmente anche il comfort abitativo poiché tiene basso il tenore di anidride carbonica.
Purtroppo non è un impianto finanziato dal superecobonus, comunque non è un impianto particolarmente impegnativo dal punto di vista economico, basta solamente affidare la realizzazione ad una impresa impiantistica che abbia specifiche competenze per il corretto dimensionamento e le maestranze per la costruzione dei condotti d’aria.
IN CONCLUSIONE: la sostituzione della caldaia e degli infissi è un importante intervento che eleva l’efficienza energetica dell’edificio, il comfort abitativo e la salubrità ambientale solo se associato all’installazione di un impianto VMC, il quale risulta assolutamente necessario.
A cura di Salvatore Puglia – Direttore di CON.SI