Fisco

DURT: Ritorna una nuova tempesta

Nella seduta del 24 luglio scorso la Camera ha votato a favore sulla questione posta dal Governo sull’approvazione senza emendamenti del disegno di legge di conversione del D.L. n. 69 del 21 giugno 2013, “disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia”.

Con l’approvazione del disegno di legge senza emendamenti, la riformulazione dell’art. 50 che ha introdotto il DURT è di fatto passata alla Camera.
Per come è stato introdotto il DURT (Documento Unico di Regolarità Tributaria), lo stesso dovrebbe sollevare dalla responsabilità solidale il committente nei confronti dell’appaltatore e l’appaltatore nei confronti del subappaltatore.
In breve, il committente dovrà procedere all’acquisizione presso l’ufficio provinciale dell’Agenzia delle Entrate dei DURT, dell’appaltatore e del subappaltatore, pena la responsabilità solidale e la comminazione della sanzione amministrativa pecuniaria che va dai 5.000 ai 200.000 euro.

Considerato che per non incorrere alle sanzioni ed è prevista la sospensione dei pagamenti fino all’acquisizione del DURT e per quest’ultimo non sono previsti termini perentori, i soggetti committenti potrebbero essere interessati al ritardo dell’acquisizione al fine di ritardare i pagamenti.

Per quanto per la considerazione appena esposta e per altro, rimane assai probabile che la modifica porterebbe ad ulteriore stallo dei pagamenti e pertanto in contraddizione con lo spirito del precedente D.L. 35/13 che verte ad un aiuto per le PMI in difficoltà a causa dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.

La “tempesta” DURT è stata inserita a sorpresa durante i lavori della Commissione Affari costituzionali e della Commissione Bilancio con la scusa di cancellare la responsabilità solidale negli appalti.
A quanto sembra, a oggi, lo stesso leader di M5S, Beppe Grillo ha preso le distanze dall’emendamento, motivando che la sua presentazione come iniziativa personale del deputato grillino Mimmo Pisano.

La cosa certa è che l’inserimento di tale DURT ha suscitato una miriade di contestazioni da parte delle imprese, in particolare rappresentate da ANCE, CNA e Confcommercio.
Da tanto, l’intenzione di una opportuna retromarcia con l’ipotesi di approfondire per una correzione con le
rappresentanze delle imprese e dei lavoratori per poi trasferire “la valutazione dell’intervento” nei decreti attuativi della delega fiscale.

L’introduzione del DURT rischia di complicare ulteriormente i passaggi burocratici per le imprese e di annoverarsi
come elemento anticompetitivo.

Tuttavia, sembra che l’allarme potrebbe cessare, il Senato dovrebbe ghigliottinarlo, almeno dalle rassicurazioni che arrivano da parte del Governo. Staremo a vedere.

Salvatore Puglia
Presidente Consorzio CNA SI