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La scelta dell’interruttore differenziale

Non è professionale scegliere l’interruttore differenziale in base al costo o in funzione della grandezza dell’impianto, è necessario scegliere il tipo da utilizzare secondo il tipo di applicazione e di corrente di guasto a terra che può prodursi.

Gli interruttori differenziali sono classificati in categorie diverse, ovvero, secondo la loro attitudine ad assicurare la protezione contro diversi tipi di correnti di guasto a terra:

  • interruttore differenziale di tipo AC: l’apertura dell’interruttore è assicurata per correnti alternate sinusoidali differenziali applicate improvvisamente o lentamente crescenti;
  • interruttore differenziale di tipo A: l’apertura dell’interruttore è assicurata come per il tipo AC; per correnti pulsanti unidirezionali e per correnti pulsanti unidirezionali, applicate istantaneamente o lentamente crescenti;
  • interruttore differenziale di tipo B: l’apertura dell’interruttore è assicurata come per il tipo A ed inoltre per correnti alternate sinusoidali differenziali fino a 1000 Hz, per correnti differenziali continue senza ondulazioni, applicate istantaneamente o lentamente crescenti.

Quindi è necessario impiegare l’interruttore secondo le caratteristiche del carico da proteggere.

Schema interruttori differenzialiIn teoria, se il carico elettronico è di poca entità, quindi quasi lineare, allora anche un differenziale di tipo AC (opportunamente coordinato con le correnti differenziali, di linea e di guasto) può essere una sufficiente protezione.

In pratica, oggi è difficile immaginare un contesto privo di carichi elettronici, che siano impianti a servizio di abitazioni o per uffici o a servizio di linee produttive, pertanto quasi sempre e preferibile installare un apparecchio di tipo A.

Per esempio, se si deve proteggere l’impianto di un piccolo ufficio, nel quale è prevista solamente l’alimentazione di carichi monofase, è sufficiente prevedere un differenziale di tipo A, ma se si è in presenza di carico trifase, allora il differenziale di tipo A non è sufficiente e (nel rispetto di quanto prescrive la Norma CEI 64-8) si deve impiegare un apparecchio di tipo B.

In conclusione: un differenziale di tipo AC non è sensibile ad una corrente con pulsante unidirezionale come quella che deriva dalla tensione di un raddrizzatore monofase, un differenziale di tipo A non è sensibile ad una corrente continua come quella che deriva dalla tensione di un raddrizzatore trifase.

Vedi anche precedente articolo: Il compito dell’interruttore differenziale

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